RC Assisi RC Assisi

Protocollo d’intervento per persone affette da Disturbo dello Spettro Autistico presso i Dipartimenti di Emergenza

I Disturbi dello Spettro Autistico (Autism Spectrum Disorders/ASD) sono disturbi di natura neurobiologica che si manifestano molto precocemente nella vita del bambino e includono persistenti deficit nell’interazione sociale e gravi deficit nella comunicazione verbale e non verbale, che perdurano per l’intera vita della persona. A differenza di quanto si riteneva un tempo, la prevalenza di questi disturbi è tutt’altro che rara: infatti la ricerca più recente ha evidenziato che la prevalenza prudenziale di DSA è di 1 caso ogni 200 nati. (2009)

- Al Pronto Soccorso -
Una persona con autismo può essere portata al Pronto Soccorso non solo per sofferenze facilmente riconoscibili, come quelle conseguenti a traumi o quelle in cui vi sono evidenti segnali di patologie somatiche come febbre, vomito, difficoltà respiratorie, ecc., ma anche per stati di agitazione psicomotoria la cui origine non risulta sempre facilmente identificabile. L’incapacità di comunicare e di gestire la relazione medico – paziente, impedisce al paziente autistico di descrivere il proprio dolore/malessere, che sfocia spesso in crisi di agitazione psicomotoria anche molto gravi. Anche l’esame obiettivo può essere impedito dallo stato di agitazione e il tentativo di quietare il paziente con le modalità con cui solitamente si agisce con le persone neurotipiche può addirittura far peggiorare la situazione.

- Le crisi -
Le crisi sono molto spesso causate da malesseri fisici, se non addirittura da stimoli ambientali o da procedure presenti negli ambienti ospedalieri inadatti al paziente con DSA e non necessariamente causate dalla patologia neurologica in sé; a titolo esemplificativo i tempi di attesa, la raccolta anamnestica, modalità operative concitate (comprensibili in situazioni in cui si devono privilegiare la tempestività e la rapidità), procedure di rilevazione dei parametri clinici che impiegano stimolazioni sensoriali visive o tattili.

- La necessità del protocollo operativo per accoglienza di persone con DSA -
Nasce quindi la necessità di definire un protocollo operativo per l’accoglienza delle persone con DSA nelle unità di emergenza. Il protocollo dovrebbe definire una procedura di carattere operativo-strategico e clinico, che ha inizio con la chiamata al 118 e termine con le dimissioni del paziente, indicando le modalità d’intervento per ciascuna fase (Contatto telefonico con il 118, Trasporto in ambulanza o con mezzo proprio, Accoglienza, Visita/e medica/ mediche, Terapie, Ricoveri, Dimissioni).
Il protocollo si propone di integrare e indirizzare le azioni, le conoscenze e le competenze dei diversi attori coinvolti: i familiari, quali migliori conoscitori della persona con autismo e il personale sanitario, quale specialista della situazione di emergenza. Il personale sanitario utilizzerà le informazioni dettate dal protocollo, nelle diverse fasi dell’intervento, allo scopo di evitare situazioni difficilmente tollerabili dal paziente autistico e, quindi, espletare le pratiche mediche idonee.
Il protocollo potrebbe quindi essere collegato:
- ad un Vademecum in cui sono contenute informazioni generali essenziali sulle caratteristiche delle persone con DSA e sulle relative strategie d’intervento, allo scopo di dare indicazioni operative anche ai clinici che non operano presso le unità di Pronto Soccorso;
- ad una Scheda Medica Personale, contenente le caratteristiche sindromiche del paziente aggiornate nel tempo, riguardo la storia clinica, spesso complessa, del paziente con DSA.
Il protocollo potrà essere introdotto in via sperimentale presso l’Ospedale di Assisi e, una volta verificata la sua efficacia, essere esteso agli altri Ospedali regionali.

- Azioni parallele -
La realizzazione del protocollo dovrebbe prevedere alcune azioni preventive/parallele volte sia alla formazione dei diversi agenti coinvolti (personale sanitario, familiari) sia alla predisposizione di spazi adeguatamente strutturati. Nello specifico prevedere, per esempio, la predisposizione di una stanza, che possa fungere sia da stanza di osservazione, sia da sala d’attesa (Sala Accoglienza DSA), priva di stimoli disturbanti (come le luci al neon). Tale stanza dovrebbe essere provvista anche di un letto, di una lampada alogena e di una poltrona per il familiare accompagnatore; dotata di supporti visivi per la comunicazione e di oggetti di interesse come libri, giochi o riviste, utili per tenere impegnato il paziente durante i tempi di attesa. È importante inoltre che la Sala Accoglienza DSA sia munita di supporti visivi che illustrino al paziente cosa accadrà durante la permanenza nella stanza stessa. Allo stesso modo gli ambulatori del Pronto Soccorso e degli altri dipartimenti presso cui può essere necessario portare il paziente dovrebbero essere dotati di supporti visivi per la comunicazione e di step visivi che illustrino le procedure delle visite (vedi esempio nella foto allegata).

Additional Info

Importo previsto per la realizzazione:
4.000 euro
Global Grant:
No
Area di intervento:
salute – covid 19

Leave a comment